Per il nuovo tema del #tanaliberatutte di Micaela, i nostri primi appuntamenti da incubo, ho dovuto fare un salto nel passato. Avevo dimenticato quegli episodi lontanissimi nel tempo (il concetto di tempo poi è così relativo che se sei madre e non dormi da qualche anno per ricordare quello che è accaduto prima dei figli -la vita precedente- devi fare una seduta spiritica con una medium) e riportarli alla mente mi ha fatto ringraziare di aver superato la fase di flirt e broccolamento.
Il Brasiliano
Lo conosco in metropolitana, io sto andando a scuola e lui mi chiede informazioni perché non sa arrivare in Stazione Centrale. Carino, parla poco l’italiano perché è appena arrivato dal Brasile, chiacchieriamo in quel mix di lingue e gesti a cui sono abituata a comunicare con i miei parenti in Egitto, ci scambiamo i numeri e ci vediamo il sabato pomeriggio.
Per tutto il tempo canticchia “e dimmi che non vuoi morire” di Patti Pravo, praticamente l’unica frase di senso compiuto che riesce a dire. Lo accompagno alla Standa perché vuole vedere dei costumi da bagno e ne prova alcuni. In un attimo è subito Carnevale di Rio e quando esce dal camerino sculettando con un costume a mutanda giallo fluo di due taglie più piccolo capisco che forse era meglio lasciarlo in metropolitana.
Il Cubano
Lui è di Los Angeles e ci incontriamo per le strade di Santa Barbara durante un soggiorno studio. Ci vediamo qualche volta, mi vuole mostrare la sua città. Gli Studios, Venice Beach e il carcere. Sì, avete capito bene, il carcere. Perché suo cugino è in galera e deve assolutamente andare a trovarlo proprio il giorno che abbiamo un appuntamento…dopo questo salto in Orange is the New Black decido che con quello che mi è costato quel viaggio scolastico è meglio dedicarsi solo ai libri.
L’Americano
Conosco anche lui a Santa Barbara ad una di quelle feste super mitiche nei campus universitari. La serata è carina, bella musica, un po’ di alcol e stiamo insieme fino a notte. Quando mi riaccompagna a casa gli viene un certo languorino…no, niente zozzerie, proprio fame. Entriamo in un fast food, ordina una combo ENORME e mi chiede di pagare perché non ha il portafoglio (e già lì sorvoliamo). Si siede a mangiare comincia ad ingozzarsi tipo Bud Spencer e Terence Hill con la pentola di fagioli e con quella scena nello stomaco quando mi chiede il numero di telefono glielo do intenzionalmente sbagliato.
L’Italiano
Questo in realtà non è un appuntamento, ma un tentativo di approccio completamente fallimentare. Non vi ho raccontato che per un periodo molto divertente ho ballato nei ristoranti arabi come danzatrice del ventre. Una sera esco dal bagno di servizio camerino pronta per esibirmi e mentre aspetto che la musica parta un tipo, che non ha mai smesso di staccarmi gli occhi di dosso, mi chiede con fare ammiccante “scusa, sai a quanto sta Inter – Udinese?”. Tu a una mezza nuda che sta per ballare chiedi il risultato della partita? Penso sia un cretino e lo penso ancora di più quando il titolare del locale a fine serata mi passa con fare sconcertato (evidentemente era un cliente abituale) un biglietto con il numero di telefono del povero pirla.
Questi sono i peggiori tipi da primo appuntamento che mi è capitato di conoscere, quali sono i vostri?
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Bhe però immagino che con il Brasiliano era un bel vedere no?
decisamente…ma il costumino è riuscito a smorzare persino i miei ormoni adolescenziali!
Buongiorno Nemina!
Al di là dei riferimenti geografici, fra i miei pretendenti più odiosi quello che, a cena, confisca la bottiglia del vino e lo centellina a suo gradimento.
p.s. a fine cena è toccato pure pagare a me! Parliamo di tanti anni fa, comunque dopo quella sera non l’ho più voluto rivedere…
😉
il pidocchio! altra categoria da evitare come la peste!!